Non possiamo ignorare di provare emozioni, forse.
Le emozioni sono la Vita.
A meno che tu non sia diventata così abile nella tua storia a soffocarle talmente bene in fondo in fondo che allora non ne provi più.
O meglio, provi solo più un certo tipo di emozioni, quelle che hai visto venire accettate dagli altri importanti per te, o quelle vincenti o quelle che non venivano criticate.
Già, apprendiamo anche questo.
A selezionare quali emozioni provare e quali non è “giusto” provare.
Noi donne lo sappiamo bene (ma credo che questo discorso vada a pennello anche per il maschile): abbiamo scrutato da bambine quali nostre reazioni potevano andare bene e quali no.
Interiorizzato delle regole non scritte:
– ricevere come punizione il silenzio implica la regola non scritta che la rabbia genera abbandono
– l’essere derisi quando si piange implica che la tristezza è un sentimento di cui vergognarsi
– l’essere redarguiti quando si esprime gioia ed euforia implica che l’orgoglio e i sentimenti di apprezzamento verso di sé sono inaccettabili e pericolosi
– l’essere lasciati soli quando si piange implica che la tristezza genera isolamento
– l’essere chiamati fifoni quando si ha paura implivca che la paura è un’emozione indegna
– sentirsi dire che arrabbiarsi è inutile e non serve a niente implica che la rabbia sia insensata e che sia meglio la rassegnazione
Ma credo che possiamo ripetere questi esempi anche per le emozioni quelle “belle”.
Come se ci fossero poi emozioni di serie A e di serie B…
Come se lasciarti vedere essere felice dall’altro fosse un peccato, perché potrebbe comprendere che…
come se lasciarti vedere gentile fosse un grande pericolo perché poi l’altro chissà che cosa si aspetta, che cosa pensa, che cosa immagina… se ti vede felice e contenta magari tante attenzioni potrebbero sparire…
e così anche oggi, adulte, reprimiamo alcune emozioni e reazioni. Tanto che poi sarà il nostro corpo a farle esplodere e parlare, tanto che… non sapremo più essere felici e gioire.
Se abbiamo respirato reazioni sempre e soltanto di un certo tipo è come se avessimo interiorizzato un discorso di questo tipo: non c’è spazio per la mia gioia e felicità.
Facci caso oggi, a quali emozioni dai più spazio nelle tue giornate; quali ti dai tranquillamente il permesso di vivere e quali invece no, puoi anche chiederti:
– Come reagisci se sei arrabbiata?
– Come ti senti a lasciarti vedere allegra e felice dagli altri?
– Quale vocina scatta dentro di te quando sei allegra?
Un grande abbraccio
Roberta