Contatto pieno

Passiamo la maggior parte della vita a cercare, e spesso non sappiamo neanche noi che cosa, spesso affannate e spasmodiche.

Mettiamo in atto schemi di comportamento per confermarci che non possiamo essere amate o che non possiamo avere successo: appena arriva una possibilità di realizzazione scappiamo in qualche modo.

Realizzare spaventa. Il contatto pieno con noi stesse e con la vita ci spaventa, anche se la desideriamo tantissimo, anche se passiamo gran parte del tempo a senitre che ci manca ( e spesso in questa mancanza ci crogioliamo).

Quando poi sta per raggiungerci quello che desideriamo sale l’ansia ( sotto diverse sembianze e forme)…

della morte forse, perché vivere in fondo e lasciar vivere qualcosa ha molto a che fare con il morire, con il seguire il flusso e la ciclità dell’abbandono, del lasciare e permettere che sia, proprio come quando si fa veramente l’amore.

Abbandonarsi al vivere è abbandonarsi al morire.
Accettare la morte per vivere fino in fondo la vita.

Il darsi il permesso di tradire (l’eternità), di far morire qualcosa di noi stesse, e di fare quel balzo della fiducia verso l’ignoto.

Ignoto anche di noi stesse, perché non sappiamo chi possiamo veramente diventare ( ed essere), quale parte di noi potremmo scoprire e far emergere che magari non ci piace e che abbiamo sempre visto come pericolosa, per poi scoprire che noi viviamo proprio lì, dove ci siamo sempre respinte.

Dietro l’alibi che agli altri dava fastidio, abbiamo scelto di far morire quella parte di noi più scomoda e fastidiosa, dove c’era più vita, fuoco, dove c’era quella scintilla di originalità e di diversità.

Possiamo tenere dentro tutto, possiamo buttare tutto fuori, possiamo parlare in continuazione di tutto, possiamo girarci intorno per anni, possiamo dirci che non siamo abbastanza, che non saremo mai amate…

Ma il punto sta lì: nello sceglierci e nello stare in contatto pieno con noi stesse.

Abbiamo paura della morte altro non è che avere paura della vita.

Se senti fortemente una delle due paure è perché hai paura di entrambe.

Sentire di essere fortemente se stesse implica quel salto di scelta di stare nella vita.

Di vivere in contatto pieno con noi e con tutto ciò che attraverso noi vibra del fuori.

È come se spesso stessimo sulla sponda, in bilico, sulla soglia di noi stesse

A valutare se possiamo se è opportuno, se se se se se…

Contatto pieno significa togliere buccia dopo buccia quello che abbiamo costruito per proteggerci e che alla fine è diventata la nostra gabbia. Sono le mani che toccano e rimangono a toccare la pelle. Restano lì. Non si discostano, non se ne vanno. Rimangono ferme a sentire a lungo. Mani sul ventre in ascolto. Mani che stanno sul cuore.

Non per restare nude senza protezione, ma per costruire altre protezioni e liberare le energie.

Può essere un contatto pieno con la nostra allegria, o con il nostro saper dipingere, o saper fare torte bellissime, o con lo scrivere poesie solo per il gusto di scriverle o con la nostra voglia di abbracciare qualcuno all’improvviso.
O ancora con quello che pensiamo realmente nel coraggio di dirlo, con quello che sentiamo anche se l’altro non lo immagina neppure, con quella vita che vive profonda. Con i nostri tempi, e i nostri desideri.

Con quella nostra anima wild che brucia e si riposa, che arde e si affievolisce, che vibra e si acqueta, che anela e poi riposa.

Un abbraccio

Roberta

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